“Un unico popolo, un unico cuore”. Il presidente di Israele Herzog in visita al Tempio Maggiore di Roma

di Gabriel Venezia
Ieri sera, presso il Tempio Maggiore, la Comunità Ebraica di Roma ha accolto il presidente d’Israele Isaac Herzog e la first lady Michal, fra bandiere d’Israele al vento e applausi. “Esprimo gratitudine a voi per il sostegno mostrato in questi mesi difficili allo Stato di Israele. Avete dimostrato che siamo un popolo unito, con un cuore solo” ha detto Herzog, che poi ha rivolto un saluto e ringraziamento ai “giovani ebrei italiani, principali ambasciatori delle tradizioni millenarie ancora salde e vive”. Dopo i saluti e l’augurio di pronta guarigione al Papa, con cui avrebbe dovuto incontrarsi oggi, il Presidente ha ripercorso la millenaria storia che lega inscindibilmente Roma e il popolo ebraico. Centrale è stata la memoria del 7 ottobre, il pensiero agli ostaggi e il pericolo onnipresente dell’antisemitismo. Il canto dei bambini, che sulle note di Baruch Abbà ha accolto il presidente, ha intervallato gli interventi e suscitato l’emozione di Herzog che è corso ad abbracciarli personalmente. Un momento di forte intensità, a cui tutti i presenti si sono legati. Per il presidente CER Victor Fadlun “il dolore e l’amore provato dopo il 7 ottobre ci hanno forgiato, hanno aumentato la nostra consapevolezza: il dolore per le sofferenze degli ostaggi e delle loro famiglie e per i ragazzi caduti. L’amore, poi, è amore per Israele”, mentre il Rabbino Capo Riccardo Di Segni ha augurato al presidente Herzog “che la sua forza e saggezza siano sempre al servizio dello Stato che presiede e del popolo ebraico che a questo Stato è legato, e che sia la Torah a guidare e ispirare le sue azioni”. L’incontro ribadisce la forte connessione fra l’Italia e lo Stato ebraico, nel tempo rinsaldata dalle visite di Chaim Weitzmann, Golda Meir e anche del nonno di Herzog in qualità di Rabbino Capo d’Israele, che nel 1946 si recò al governo per richiedere la restituzione dei bambini ebrei nascosti per sfuggire alle deportazioni dagli enti ecclesiastici e poi da questi rapiti. Intervenuta anche la presidente UCEI, Noemi Di Segni, che ha parlato della guerra parallela a cui ogni ebreo è chiamato a combattere in diaspora contro l’antisemitismo mascherato da antisionismo. Dopo l’intervento a chiusura dell’ambasciatore israeliano in Italia e San Marino, Jonathan Peled, sono stati cantati dai ragazzi e dalle ragazze dal coro della scuola ebraica l’Inno di Mameli e l’Hatikvah, ribadendo anche in questa occasione l’unità tra la l’Italia e Israele

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