Scienziato, spia, alchimista: la storia di Jacques Bergier

bergier

HaTikwa, di Nathan Greppi

Nell’era dei social molte persone danno troppa importanza all’apparenza, mettendosi in mostra anche quando non hanno niente di speciale da raccontare. Ma in passato, e in parte ancora oggi, sono esistite figure che, pur avendo avuto una vita veramente avventurosa, non ne hanno mai parlato, o l’hanno fatto solo in tarda età; tra questi vi è senza dubbio Jacques Bergier, un uomo veramente fuori dal comune la cui autobiografia non a caso si intitola Io non sono leggenda. Il libro, pubblicato per la prima volta nel 1977, un anno prima della morte dell’autore, è uscito per la prima volta in Italia nell’ottobre 2019 grazie alle Edizioni Bietti. 

Bergier, nato in una famiglia ebraica di Odessa nel 1912 ed emigrato in Francia quando era ancora un bambino, sin dall’infanzia possedeva un’intelligenza superiore alla media, tanto che parlava correttamente almeno 10 lingue ed era abilissimo nel campo della fisica e della chimica. Tutte queste capacità gli permisero di diventare una figura di spicco nel campo dello spionaggio già negli anni ’30, quando si accorse in anticipo rispetto ad altri della pericolosità dei nazisti, e ancor di più durante l’occupazione tedesca della Francia, quando si unì alla Resistenza. E anche quando fu internato nei campi di concentramento, prima in quello tedesco di Neue Bremm e poi a Mauthausen, riuscì a organizzare attività clandestine creando anche dei contatti con le Forze Alleate.

Tra i suoi principali interessi vi erano l’alchimia e l’esoterismo, ragione per cui a renderlo davvero famoso fu, nel 1960, la pubblicazione del libro Il mattino dei maghi, scritto assieme al giornalista Louis Pauwels, che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo ed è stato tradotto in 19 lingue. Bergier si cimentò in diversi esperimenti e discussioni che miravano a conciliare la fisica nucleare e le trasmutazioni alchemiche.

Un aspetto particolare di Bergier sta nel fatto che riusciva lucidamente a non dividere il mondo in buoni e cattivi, e ad avere una visione pragmatica delle cose: pur essendo un comunista, era conscio dei crimini di Stalin e non volle che la Francia entrasse nell’orbita sovietica, nel timore di una reazione americana; inoltre, pur odiando i nazisti fece notare come anche De Gaulle disprezzasse gli ebrei. Fece anche alcune previsioni futuristiche che ad oggi si sono avverate: in particolare, ha ipotizzato la nascita degli hacker informatici più di un decennio prima della nascita del web.

Io non sono leggenda è un libro che anche chi non conosce il lavoro di Bergier potrà apprezzare, poiché riesce a raccontare, anche con un pizzico di ironia, una vita incredibile dove realtà e mistero si mescolano prive di un confine definito.


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