Parashat Bealotechà: “pensate dentro alla scatola”

di Redazione
Questa settimana leggiamo la Parashà Bealotechà. In uno dei brani scopriamo che Aharon, il Cohen Gadol del Santuario, accese la Menorah. La Torah scrive in seguito a ciò: “VaYaas ken Aharon” e Rashi spiega che la Torah vuole elogiarlo per la semplicità con la quale ha compiuto la Mitzvah, senza modificarla, snaturarla o personalizzarla. Così come Hashem ha ordinato, Aharon ha compiuto.
Viviamo in un’epoca in cui ci viene chiesto sempre di “pensare fuori dalla scatola”, di essere creativi, di essere diversi. Ci viene chiesto di distinguerci dalla massa, di compiere ogni azioni a modo nostro per essere fedeli a noi stessi e a nessun altro. Di non omologarci. Di non essere noiosi, banali e scontati.
Arriva Parashat Bealotechà invece e ci insegna tutt’altro. Ci insegna a pensare nella scatola, a seguire le regole in modo semplice e genuino, a conservare la nostra ingenuità di bimbi con gelosia, in quanto risorsa preziosa. Ci insegna che essere diversi non è sempre un valore aggiunto, talvolta essere simili al nostro compagno di banco o di scrivania può essere un vantaggio e non necessariamente uno svantaggio.
La Parashà di questa settimana elogia la semplicità, ci chiede di non rincorrere sempre la briciola in più, di non essere fedeli solo a noi stessi ma anche a chi ci sorveglia e guida dall’alto. Di essere come Aharon, che nonostante l’incarico prestigioso, ha agito in modo semplice e autentico, seguendo i precetti e non inventandone di nuovi. Aharon che poteva pensare fuori dalla scatola, ma ha deciso di penare all’interno della scatola.

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