“Oh Dio Mio!”, un’opera che diverte ed emoziona

di Rebecca Locci
ELLA: «Ha detto che fino al quinto giorno si sentiva euforico. Cosa è accaduto il sesto giorno?»
D: «Non sa cos’è accaduto il sesto giorno?»
ELLA: «Ha creato l’uomo?»
D: «Maledetto venerdì.»
ELLA: «Addirittura?»
D: «Addirittura. Non c’è giorno da allora che non mi strappi i capelli che non ho. Perché non mi sono fermato il quinto giorno? Che scemo, idiota, fesso, babbeo, imbecille! Che mondo meraviglioso era finché non siete arrivati voi. Un vasto, tranquillo parco safari.»
ELLA: «Fra l’altro, non che sia importante, ma secondo studi scientifici c’è voluto qualcosa come quindici milioni di anni prima che arrivasse il primo uomo.»
D: «Non me lo dica! A me è sembrato giusto un giorno. Come vola il tempo quando ti diverti.»
Oh Dio Mio! è un testo teatrale del 2011 che ha reso famosa all’estero la drammaturga israeliana Anat Gov, ed è stato pubblicato recentemente in Italia grazie alla casa editrice Giuntina.
Ella è una psicologa, che vive con il figlio autistico Lior. Da sempre si dice che suo marito non tornerà da lei, che ormai si è risposato e ha altri figli sani. Eppure, non riesce a smettere di sperarci.
Ella lavora in casa, da tempo ormai è diventata atea, non pensa ad altro che a come accudire suo figlio nel migliore dei modi. Tutto sembra essere nella norma, ma un singolare giorno la psicologa riceve un paziente piuttosto particolare. Quest’uomo che si fa chiamare Signor D e ha un’aura misteriosa difficile da definire, ha urgentemente bisogno di una seduta con Ella.
Ella non tarderà a scoprire che il Signor D non è altro che Dio. Sì, avete letto bene: Dio. E non è mai stato così depresso e umano. La sua malattia dura da, facendo un calcolo approssimativo: duemila anni.
Che fare? Ella è scettica, il Signor D sembra essere decisamente fuori dalla sua portata. Come potrebbe mai aiutarlo? Non è un paziente per nulla facile, senza contare che molti dei suoi problemi non si possono nemmeno imputare ad una madre.
Dopo le prime effettive difficoltà, Ella decide di provarci. Decide di dedicare quella sola ora al Signor D per cercare di guarirlo. Si scopre così che Dio non solo si è ammalato a causa dell’uomo, ma ha anche deciso di ritrarsi dalla Storia abbandonando una delle sue creazioni al pieno libero arbitrio. Il Signor D sta così male, non è più in grado di compiere miracoli, non ce la fa proprio più, che vorrebbe addirittura morire.
Ella cercherà quindi di condurre un dialogo volto a scoprire tutti i nodi più nascosti dell’io del Creatore, per scoprire quali siano i problemi alla base della sua crisi esistenziale. Ci riuscirà? E allo stesso tempo, cosa scoprirà di sé stessa?
Anat Gov ci regala un brillante scritto teatrale, originale e dal ritmo calzante. Dotato del miglior umorismo yiddish, Oh Dio Mio! sviscera i più grandi temi teologici, con un carattere frizzante ed esplosivo ma allo stesso tempo leggero, e decisamente adatto a tutti.
Perché è una lettura consigliata? Perché è così breve ma così intenso. Perché è in grado di far riflettere a fondo. Perché è quasi impossibile non farsi coinvolgere e provare empatia. Perché seppur leggero non è superficiale. Perché in fondo se si ha bisogno di ritrovare il buon umore questa è la lettura adatta. Perché chiunque forse ha bisogno di un abbraccio, e tutti se lo meritano.

L’Unione Giovani Ebrei d’Italia (UGEI) è un’organizzazione ebraica italiana. Essa rappresenta tutti gli ebrei italiani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. L’organo ufficiale di stampa UGEI è HaTikwa: un giornale aperto al confronto di idee.