Nella Parashà di questa settimana impariamo l’ospitalità

di Manuel Moscato
Questa settimana leggiamo la Parashà di Vajera. Nei primi versi, si parla dell’incontro tra i tre angeli e Avraam Avinu. Ogni angelo aveva un suo compito: il primo doveva annunciare che Sarah aspettava un bambino, il secondo doveva annunciare la guerra di Sodoma e Gomorra, e il terzo doveva portare una pronta guarigione a Avraam perché aveva fatto la Milà da pochi giorni.
La Torah ci racconta che all’inizio Avraam non capì che fossero degli angeli, e li scambiò per dei viandanti. Per questo ebbe il desiderio di ospitarli dentro casa. E proprio da Avraam Avinu impariamo la Mitzvà dell’ospitalità (Hachnasat Orechim).
Accogliere gli ospiti non significa accettare nella propria casa delle persone estranee e mettere a disposizione tutto ciò di cui hanno bisogno, ma i nostri Maestri z”l dicono che accogliere gli ospiti significa uscire dalla nostra casa e andare a cercare le persone per farceli entrare senza che chiedano di cos’hanno bisogno.
Pertanto la grande Mitzvà che impariamo è proprio quella di uscire dalla nostra casa, cercare i bisognosi e mettere loro a disposizione ciò che abbiamo senza chiedere cosa gli occorre.
Sempre nello stesso racconto leggiamo anche l’importanza per un padre di insegnare le Mitzvot ai suoi figli. Non a caso, quando Avraam fa entrare i tre viandanti dentro casa, automaticamente coinvolge anche la sua famiglia e in particolare suo figlio, dicendogli di andare a preparare un vitello per gli ospiti appena entrati. Da qui impariamo l’importanza del mettere in pratica una Mitzvà, e allo stesso tempo l’insegnamento della stessa ai figli per comprendere sempre di più ciò che ci ha comandato Hakadosh Baruch Hu.

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