L’insegnamento di Parashat Korach: “pensate alla collettività”

di Manuel Moscato
Questa settimana leggiamo la parashá di Korach. Al capitolo 17 verso 23 è scritto: “Quando il giorno dopo Moshé venne alla tenda della Testimonianza, era fiorita la verga di Haron della casa di Levi. Essa fece dei fiori. Mise delle gemme e maturò mandorle”.
In questa parashá, quindi, leggiamo il comandamento che da Hakadosh Baruch Hu a Moshé di prendere dodici verghe, una per ogni tribù, e posizionarle intorno alla tenda della Testimonianza. La persona a cui apparteneva la verga che sarebbe fiorita, sarebbe diventata il Coen Gadol. La Torah ci dice che fu proprio la verga di Haron a fiorire con tanto di fiori, gemme e mandorle.
Che cosa impariamo da ciò? Il lavoro che viene fatto per la collettività, ossia per il pubblico, da sempre dei frutti, passando dai fiori alle gemme, fino ad arrivare al prodotto dei frutti. Qualora ci siano problemi di egoismo i risultati non si vedono. Infatti all’inizio della parashá è scritto “ויקח קרח”, e Korach prese. Che cosa prese? Rashi z”l ci dice che Korach prese sé stesso, e fece l’errore di dividersi dalla collettività del popolo ebraico. Il popolo da una parte e lui dall’altra.
Pertanto la Torah ci sta insegnando che se vogliamo vedere i fiori, le gemme e infine i frutti dobbiamo lavorare per la collettività e non solo per noi stessi. Quindi, ogni volta che preghiamo Hashem, non dobbiamo pregare solo per noi stessi, ma anche perché tutto il popolo e tutta la Keillah.
Shabbat Shalom a tutti i lettori.

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