La Parashà della settimana: Vaykrà

di Ruben Caivano
La parashà di questa settimana è quella di Vajkrà, che apre il terzo libro della Torà. Questo Shabbat è anche Shabbat Zachor, che precede sempre la festa di Purim e in cui si legge un brano del libro di Devarim, Deuterenomio, dove si parla della guerra contro Amalèk, antenato di Amman che voleva la distruzione del popolo ebraico. Proprio perchè entrambi volevano annientare gli ebrei si legge sempre il passo del deuterenomio prima della festa di Purim. Il libro di Vajkrà è un libro molto complesso dove si affrontano i temi dei sacrifici, dei culti delle offerte e dei sacerdoti nel Bet-Hamikdash. Nonostante la complessità del libro, secondo la tradizione, quando si inizia ad insegnare la Torah ai bambini si comincia proprio da Vaykrà. I bambini sono senza peccato, dunque più puri e devono occuparsi di quella parte della Torah più sacra. E’ da questo spunto che nasce un legame tra Vaykrà e la storia di Purim. Nello scontro tra Amalèk e il popolo d’Israele, Amalèk attacca per primi i bambini, così scritto nella Torah: “E Amalek attaccò le persone più deboli, che erano rimaste indietro”. Quando si fa un viaggio, le persone che restano quasi sempre indietro sono sicuramente i bambini. Anche nella storia di Purim, nel Libro di Ester, è sottolineato più volte che Amman non volesse solo uccidere gli adulti, ma anche i bambini. Da qui la connessione con Amalèk. Ma quale è il motivo? Secondo i maestri la vita del popolo ebraico si regge sui bambini e sul loro studio. Nel Talmud è raccontata una storia: Amman stava pianificando lo sterminio del popolo d’Israele, e Mordechai fece uscire dalla scuola tutti i bambini ed iniziò ad insegnare Torah in mezzo la strada. Quando Amman vide questa scena si arrabbiò ancora di più, ma anche il Signore vide questa scena la apprezzò. E’ così che poi decise di salvare il popolo ebraico alla vigilia dello sterminio. Tornando alla parashà di Vajkrà, quando i bambini studiano questa parashà mantengono in vita il popolo d’Israele, integro di fronte al nemico. La prima lettera della Parashà di questa settimana è scritta in maniera più piccola rispetto alle altre proprio perché i bambini sono l’essenza del popolo ebraico.

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