La Parashà della settimana: Vayerà

Si chiedono i Chachamim per quale motivo l’Hakkedat Izhaq (legatura di Isacco) sia considerata una prova solo per Avraam e non per Izhaq, suo figlio. Non è forse difficile andare a morire?
Izhaq aveva visto la legna, il coltello, aveva immaginato tutto, ma senza far domande procedeva con fede.
Perché allora non gli viene attribuito il merito di questa prova?
Avraam diventa Avraam Avinu (Abramo nostro padre), quando è pronto a sacrificare suo figlio… Perché?
Dice il Natziv di Volozin che in quel momento Avraam ha dato la forza del sacrificio a tutti i figli nipoti e discendenti.
Izhaq aveva passato la sua gioventù (aveva 37 anni durante la prova del sacrificio) a sentire suo padre che gli raccontava di quando lui stesso (Avraam) era stato gettato nella fornace da Nimrod che voleva ucciderlo perché si rifiutava di praticare idolatria. Avraam insegna al mondo che è disposto a morire per difendere i suoi principi.
Ecco quindi che per Izhaq morire per D. non è così difficile: è ciò che ha respirato da quando era piccolo, è stato educato così.
Shabbat shalom!
di Eitan Della Rocca

Organo ufficiale di stampa dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia. Fondato nel 1949, dal 2010 è una testata online e inserto mensile di Pagine Ebraiche.