La Parashà della settimana: Vayakel

di Ruben Caivano
Nella parashà di questa settimana, Vayakel, si riassumono tutti i lavori che devo essere svolti per costruire il Mishkan, ossia il Santuario che era trasportato nel deserto.
Successivamente la Torà elenca le melachot che sono vietate di Shabbat; da qui i Chachamim spiegano che sono vietati tutti i lavori che sono riconducibili alla costruzione del Mishkan. L’unico lavoro che però viene vietato esplicitamente è l’accendere i fuochi, come è scritto nella parashà: “Non accenderete fuochi nei posti in cui vivrete nel giorno dello Shabbat”. I Maestri si chiedono, perché viene proibito espressamente solo un lavoro se le melachot sono trentanove? Perché è preso in considerazione solo il divieto dell’accendere i fuochi di Shabbat?
I Maestri spiegano che il fuoco ha una proprio simbologia; infatti quest’ultimo rappresenterebbe il litigio. Di Shabbat oltre a non lavorare si sta insieme alla famiglia ed alla gente e potrebbero accendersi delle discussioni. Per questo il fuoco che la Torà viene a vietare è il fuoco della rabbia e del litigio che può distruggere il rapporto con il prossimo.
La Torà quindi oltre a proibire l’appiccare il fuco vieta anche il litigare. Da qui, secondo alcuni maestri, verrebbe l’usanza del salutarsi con “Shabbat Shalom”. Durante gli altri giorni della settimana non si usa salutare col giorno e la parola shalom mentre di Shabbat sì, poiché si deve cercare di stare in pace con se stessi e con gli altri.

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