La Parashà della settimana: Shemot

di Jonathan Di Veroli
La Parashà di questa settimana è la prima del secondo libro della Torah. Essa ha al suo interno diversi episodi che la caratterizzano; uno di questi è la nascita di Moshé. Il Faraone aveva decretato l’uccisione di tutti i nati ebrei di sesso maschile, e Moshé, facendo parte di questa categoria, sarebbe dovuto morire. La madre lo mise in una cesta nel fiume Nilo, dove venne trovato dalla figlia del Faraone.
Il brano cita: ”Ella vide la cesta in mezzo al canneto, stese la sua mano e la raccolse. Aprì e vide il bambino ed ecco, piangeva[…] questo è uno dei bambini ebrei”.
Il testo non dice che lo sentì piangere ma che lo vide piangere.
Spiega Rabbì Bunem di Motwozk che la figlia del Faraone capì che era un bambino ebreo visto che piangeva ma lei non lo sentiva; da qui si impara che un ebreo è capace a piangere silenziosamente, senza far uscire la voce. E già da qui si evince la forte presenza di H. dentro Moshé.
Shabbat shalom!

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