La Parashà della settimana. Rilettura di Ki Tisà

di Cesare Di Tivoli
Durante lo Shabbat di Chol HaMoed si legge la Parashà di Ki Tissà, che tratta principalmente del peccato del vitello d’oro e degli sforzi straordinari di Moshè Rabbenu per salvare il popolo ebraico dalla distruzione. In particolare, ci si sofferma sulle suppliche di Moshè, il quale arriva a dire al Signore che, se non avesse perdonato il popolo, sarebbe stato meglio che anche lui fosse stato cancellato dalla storia dell’umanità. Dopo prolungate suppliche, il Signore con misericordia perdona gli ebrei, ma avverte che il grave peccato verrà scontato nel corso delle generazioni e che quando ci sarà motivo di ricordarsene, il peccato verrà ripresentato e sarà motivo di punizione per il popolo. Possiamo imparare da qui che se l’azione commessa è grave, come l’idolatria, è molto difficile sistemarla anche dopo essere stati perdonati. A volte succede anche tra le persone: si litiga e si perdona, ma il rapporto non rimane lo stesso. Come un bicchiere di vetro che, dopo essere stato rotto, viene incollato nuovamente. Sarà di nuovo intero, ma non perfetto. Allo stesso modo, i nostri errori sia nei confronti del prossimo sia nei confronti di Hashem lasciano un segno che poi, attraverso la Teshuvà (pentimento) e le buone azioni, dobbiamo cercare di riaggiustare.
Shabbat Shalom!

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