Irua, Ariel Nacamulli: ‘Il futuro è dei giovani, prendiamocelo’

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Pubblichiamo di seguito il discorso di apertura con cui Ariel Nacamulli, presidente Ugei, si è rivolto ai partecipanti di Irua, il grande evento per giovani ebrei che si è svolto vicino a Firenze dal 30 marzo al 2 aprile.
Ciao a tutti, e benvenuti a Irua. Per me è sempre una grande emozione parlare a nome dei giovani ebrei d’Italia, ma riunire  più di un centinaio di ragazzi, di diverse organizzazioni e diverse comunità, sotto un unico cappello a questo evento che siamo riusciti ad organizzare con tanto sforzo, è un’emozione ancora più grande. Un unico cappello, un comune luogo di incontro, è necessario, se non vogliamo ritrovarci tra qualche anno come succede nelle comunità “dei grandi”, spaccate e troppo spesso incapaci di dialogare. Certo, la discussione e il dibattito è fondamentale, ma ancora più lo è trovare un punto di incontro e stare insieme, perché è ciò che è alla base di una comunità.
Quindi, perché stare insieme? Innanzitutto per festeggiare e divertirci, siamo giovani ed è giusto così. Non dimentichiamoci però che siamo giovani adulti, e come tali abbiamo delle responsabilità. Abbiamo delle responsabilità in quanto ebrei e in quanto minoranza. Abbiamo il dovere di portare avanti i valori di uguaglianza, di rispetto delle minoranze, ma anche di lottare contro antisemitismo e ogni tipo di razzismo. Possiamo farlo efficacemente solo in un modo: insieme, in coro, sotto l’unico cappello che può rappresentarci tutti.
Il messaggio che voglio portarvi è questo: stiamo insieme, organizziamoci, ma autorganizziamoci. Per quanto grato possa essere all’Unione delle Comunità Ebraiche, ai suoi consiglieri, assessori, dipendenti, ma anche a tutti i volontari, per i grandissimi sforzi profusi nella realizzazione di questo evento, ricordiamoci che siamo noi la comunità del futuro, siamo noi giovani che siamo oggi in questa sala. Siamo noi che decidiamo come dovranno essere le comunità tra venti o trent’anni, siamo noi che dobbiamo, fin da oggi, interrogarci sul significato della nostra identità ebraica, su cosa vorrà dire essere ebreo domani, su come dovrà essere la comunità in cui vorremo vivere.
Irua non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Dobbiamo usare questa forza che ci tiene uniti oggi per continuare a incontrarci, discutere, confrontarci, festeggiare. Tutto questo possiamo e dobbiamo farlo in autonomia. Noi rappresentiamo noi stessi, e siamo artefici del nostro futuro.
Grazie,
Ariel Nacamulli, Presidente UGEI


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