Intervista a David Parenzo: “Se lo vorrete, non sarà un sogno”

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di Nathan Greppi

 

Da anni l’Italia lo conosce per il programma La Zanzara che conduce con Giuseppe Cruciani su Radio 24, o per le sue numerose apparizioni sulle maggiori emittenti televisive nazionali. Ma pochi sanno che David Parenzo, giornalista padovano classe 1976, da ragazzo non solo era un membro attivo dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia, ma ha anche iniziato la sua carriera giornalistica scrivendo su questo stesso giornale, tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000.

Quando ha iniziato a frequentare l’UGEI?

Io ho sempre frequentato le giovanili ebraiche fin dai campeggi all’età di 8-9 anni, poi sono stato per lungo tempo nel Benè Akiva. In seguito mi sono unito a quella che allora si chiamava FGEI, nel cui consiglio ero il responsabile della cultura e poi, dal 1995, all’UGEI. L’ho frequentata fino ai 26 anni circa.

Per quanto tempo ha scritto su HaTikwa?

Siccome già all’epoca volevo fare il giornalista, io e i miei amici decidemmo di fare un giornale ”irregolare”, lontano dalle idee comunitarie e che non fosse un semplice “bollettino dei giovani”, che affrontasse la politica in senso ampio. L’idea era di portare avanti il punto di vista dei giovani ebrei italiani sull’attualità politica nazionale; un giornale di opinioni su tutto ciò che accadeva nel mondo. Sono stato anche condirettore di HaTikwa assieme a Renato Coen, che oggi è responsabile esteri di Sky TG24.

Ha mai partecipato agli eventi delle giovanili internazionali come l’EUJS?

Sì, sono stato a un congresso dell’EUJS ad Amsterdam, circa vent’anni fa. Queste erano grandi occasioni, che davano l’opportunità di incontrare giovani ebrei da altre parti del mondo, quando ancora non si viaggiava come al giorno d’oggi, con esperienze diverse ma anche gli stessi problemi in quanto giovani ebrei. Erano eventi globali in un mondo pre-globalizzato.

Rispetto a quei tempi, le sembra che ci siano stati dei cambiamenti?

Non seguo più molto l’UGEI, ma mi pare che sia cambiato un po’ tutto: innanzitutto i giovani mi sembrano meno attivi politicamente rispetto ai miei tempi, e inoltre non mi sembrano molto presenti nel dibattito pubblico. Secondo me, i giovani ebrei italiani dovrebbero essere più presenti, far sentire la propria voce.

Per concludere, un consiglio ai redattori di HaTikwa che vorrebbero diventare giornalisti?

L’unica cosa che mi sento dire, citando il grande Theodor Herzl, è: “Se lo vorrete, non sarà un sogno.”


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L’Unione Giovani Ebrei d’Italia coordina ed unisce le associazioni giovanili ebraiche ed i giovani ebrei che ad essa aderiscono.


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Organo ufficiale di stampa dell’UGEI è HaTikwa, giornale aperto al libero confronto delle idee nel rispetto di tutte le opinioni.


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