16 Aprile 20203min

Il sacrificio di Aharon

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HaTikwa, di Manuel Moscato

All’inizio della parashá di Shemini, Moshé chiama Aharon e i suoi figli e gli dà il comandamento di prendere un vitello e un montone, e di presentarsi davanti ad Hashem per presentare un sacrificio che sarebbe stato usato come espiazione del peccato del vitello d’oro. Al capitolo 9 versi 7-8 leggiamo: “E Moshé disse ad Aharon: avvicinati all’altare e fai il tuo Hatat (sacrificio) e il tuo olocausto ed espia per te e per il popolo e fai il sacrificio del popolo ed espia per esso, come ha comandato il Signore. Dunque Aharon si avvicinò all’altare e shahtò il vitello, suo Hatat.”

I nostri Maestri z”l dicono che questo è stato il primo sacrificio che Aharon ha fatto davanti ad Hashem. All’inizio Aharon aveva paura di farlo perché era inesperto e si vergognava, ma poi Moshé lo ha assicurato che sarebbe andato tutto bene e Aharon, preso questo consiglio, ha fatto il sacrificio come Hashem gli aveva comandato. Per il Ramban, Rabbi Moshe Ben Nahman, a cosa può essere paragonata questa cosa? A un re che sposa una donna che però si vergognava ogni volta che si doveva presentare davanti al re. Allora viene sua sorella, e le dice di sentirsi a suo agio in presenza del re. Stessa cosa fa Moshé con Aharon: la prima volta che Aharon deve fare il sacrificio, ha paura e si vergogna. Quindi arriva Moshé e gli dice di sentirsi a suo agio davanti ad Hashem, e di fare il sacrificio che Hashem gli ha comandato. E infatti alla fine Aharon ascolta le parole di suo fratello Moshé, come è scritto al verso 8: “Dunque Aharon si avvicinò all’altare e shahtò il vitello, suo Hatat.”

Che cosa impariamo da questa storia? Basta un piccolo consiglio di una persona a te vicina, che siano i tuoi genitori, tuo fratello, tua sorella, i tuoi zii, i tuoi nonni, i tuoi amici… per cambiarti la vita! Apriamo bene le orecchie e ascoltiamo ciò che queste persone hanno da dirci, perché è quello che può farci cambiare la nostra vita e il nostro comportamento.


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