EU Activism 2025, viaggio nel cuore pulsante delle istituzioni europee
di Benedetta Caivano
La scorsa settimana, dal 16 al 20 marzo, si è tenuto a Bruxelles e Strasburgo il “EU Activism Seminar 2025“, evento organizzato dalla European Union of Jewish Students (EUJS) per permettere a giovani ebrei da tutto il mondo di visitare le istituzioni dell’Unione Europea e promuovere la loro formazione su tematiche politiche e sociali rilevanti.
È stata un’occasione per approfondire le nostre conoscenze riguardo i principi fondamentali dell’Unione Europea e il suo rapporto con le comunità ebraiche, oltre che per comprendere l’importanza del ruolo dei giovani nel panorama europeo. Ma anche nello scenario politico, nelle istituzioni e, più in generale, nella società. Le organizzazioni giovanili, tra le quali anche l’EUJS, hanno la facoltà di esprimere le proprie istanze da un punto di vista diverso a quello degli adulti.
Il tema dell’antisemitismo è stato centrale, motivo di dibattito e di confronto sia all’interno del nostro gruppo sia con gli speaker che, di volta in volta, ci hanno accolto. Dalle loro parole, abbiamo riscontrato un reale e concreto sostegno delle istituzioni nella protezione e sicurezza delle comunità ebraiche europee. Il dialogo sull’ebraismo e sull’antisemitismo in crescita nel continente ha dato modo a ognuno di noi di esprimere le proprie preoccupazioni e le opinioni a riguardo. In particolare, in occasione dei dialoghi con i politici europei, è emersa l’importanza dell’educazione come elemento per contrastare la crescente ostilità nei confronti degli ebrei.
Abbiamo riflettuto su quanto la politica sia presente nelle università e su come essa influisca nella vita scolastica degli studenti. Nelle università, luogo di studio e dibattito dove di certo non manca quello politico, sono sempre più frequentemente anche luoghi di violenza verbale, spesso utilizzata come megafono di antisemitismo. Pericoloso e molto difficile da contrastare. Il Consiglio d’Europa, dopo un’attenta analisi, ha delineato una linea d’azione insieme alla Corte Europea dei Diritti Umani e sottoscritta dagli Stati membri, con cui è possibile identificare il cosiddetto “Hate Speech”. La violenza delle parole ha in questo modo la possibilità di essere punita e condannata.
Tra le considerazioni condivise sul viaggio siamo grati di aver potuto conoscere personalmente personaggi di spicco dello scenario politico internazionale, di aver avuto accesso alle sedi delle istituzioni europee dove abbiamo percepito in modo diretto l’energia pulsante nel cuore dell’Europa.

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